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Lui & Lei

Proprio tu, mettiti comoda e inizia a leggere.


di Membro VIP di Annunci69.it single80fe
26.09.2018    |    4.234    |    1 9.7
"Immagino i tuoi tacchi che fanno da confine alle tue gambe spalancate per lo spettacolo del tuo piacere solitario, con mani o giochi, e il tuo ansima sempre..."
Sei sola: forse sei single o forse il tuo complice è lontano, sposato, in viaggio di lavoro, o semplicemente nell’altra stanza.
Hai bisogno di un po’ di tempo per te, quasi non ricordi l’ultimo orgasmo: la vita, il lavoro, il post-doc, l’università, i figli. Quale che sia il motivo, il momento è ora. Hai aperto il sito, e ti sei trovata davanti a queste parole, dedicate a te, alle tue voglie tese, che non sempre riesci ad esprimere.

Ti versi un calice di un metodo classico delle Langhe, una scelta più raffinata del Franciacorta, come bollicina, e lo avevi notato quando quello strano uomo incontrato solo una volta lo aveva ordinato per te. Lo versi in un calice e ne annusi il profumo. Il primo odore del fermentato, sempre prugna, per tutti i metodi. Ma poi questo spicca, per i suoi frutti di bosco, per quella punta del Piemonte e legna che senti uscire, da quel calice, forse troppo abbondante.

E’ il vino che avete bevuto tu e lo strano uomo, prima e dopo avere goduto di corpi e menti, l’uno dell’altro. Dall’odore nasce il ricordo, le fantasie che che ti ispira la sua voce, gli orgasmi infernali, che ti hanno fatta esplodere, ripetutamente.

L’odore di quel vino fa salire la tua voglia. Hai un pensiero buffo, nella tua vestaglia di seta, da notte. Metterti quei tacchi, quei tacchi che portavi godendo e che quell’uomo ti ha impedito di togliere.

Mettili, ora. Mettili e siedi sul divano. E inizia a leggere, dal telefono o dal computer. Inizia e continua, a seguire il profilo di queste parole come dita che scivolano sul tuo corpo. Non porti né mutandine né reggiseno ora, ciò che lascia il mondo fuori dalla tua nudità esibita è un semplice velo di seta: basterebbe tirare un piccolo nastro per esporre la tua pelle e la tua voglia all’atmosfera.

Inizi a sentire un vago calore, che si irradia dal centro del tuo corpo e dalla base del tuo cervello. Se ti metti attenta ad ascoltarlo, quel corpo, oltre a leggermi, e ad inspirare profondamente e lentamente, ed espirare altrettanto a fondo, potresti sentirlo fino ai tuoi polpastrelli, fino alle dita dei piedi.

Siedi sul divano gambe leggermente aperte, la vestaglia li avvolge. Fai scivolare il dito sulla superficie del vino, come aveva fatto lui, e come aveva fatto lui ti bagni appena le labbra con i polpastrelli. Non resisti, li sfiori con la lingua chiudendo appena gli occhi. Ti rilassi, inizi a sentire il calore crescere. Bevi una sorsata di vino, importante, quasi sale la sua forza, sfiori con le dita il confine tra la vestaglia e la tua pelle, la vestaglia che ancora avvolge i seni nudi. Senti l’aria lambirti la figa, senti che inizia ad eccitarsi, piano.

Non correre. Non correre, leggendomi.

Fai scivolare il dito tra il confine delle pelle e la vestaglia, dal collo e dalla scapola, fino alla pancia e a dove i lembi di tessuto si incrociano. Guardi i tacchi, pensi che siano troppo, troppo per scopare e troppo per toccarsi, da sola. Ma ti salta in mente il suo uccello duro tra quelle scarpe, mentre giocava con il tuo corpo abbandonato. E la voglia sale ancora.

Ora puoi aprire la vestaglia, fallo piano. Sfila l’asola creata con il nastro, e aprila, senza toglierla. Tienila addosso, è una bella sensazione, la seta, addosso. Sarebbero meglio le mani, pensi, molte mani, pensi ora.

Ora fai scivolare la mano sul confine dei tuoi seni, accarezzali lentissima, non è una masturbazione veloce e furiosa, non ora, non ancora. Accarezzali e soppesali, fai scivolare il polpastrello sui puntini che compongono le areole dei tuoi capezzoli. Scivola lenta e non toccarli ancora.

Pensa a quella giovane coppia che gestisce il bar sotto casa. Pensa a come li vorresti entrambi per te, a quanto vorresti essere in mezzo a loro, a quanto vuoi i loro corpi sodi e la loro mente che immagini porca. Quanto vorresti le loro bocche contemporaneamente, sui capezzoli. Al solo pensiero, lo so, diventano duri. Bagna i polpastrelli con le dita, bagnali nel vino. Non prima, però, di averne bevuto un altro sorso: è un peccato sprecare umori così buoni.

Ora sfiorali, lo so che sono duri, impietriti per le mie parole e le fantasie che sgorgano, senti le mani della coppia scivolare sulle cosce calde, sempre più calde. E la voce di quell’uomo, che dopo averti fatto godere ti stimolava a provarci, con quella coppia, magari con lui. Stronzo, uomo di fantasie realizzate. Stronzo, pensi ancora, mentre sai che ti stai bagnando.

Stringine uno, mentre leggi le mie parole. Prima piano, ed inspira. Poi più forte, mentre trattieni il respiro, ancora più forte e più forte ancora fino a sentire male, e ora lasciati andare con un gemito, e un piccolo grido, mentre lo liberi da una stretta forte, quasi dolorosa, come se fosse un suo morso.

La mano scende, magari con l’altra stai reggendo il telefono leggendo queste mie parole, e la prima è sulla pancia, sfiora l’ombelico, accarezza il monte di venere. E’ presto ancora, fai scivolare la mano sull’interno coscia, accarezzala, sfiorala, circondala, percorrila.

La mentre scivola alla bocca carnosa e sempre rossa della barista. La immagini con il cazzo del suo compagno in bocca, davanti a te, che ti masturbi aspettandoli e godendo della loro gioventù. Ma non è ancora il momento di toccarsi.

Puoi, se vuoi, e lo farai, far scivolare le dita aperte a V, indice e medio, attorno alle grandi labbra. Non toccare i tuoi umori caldi, sfiorati solo attorno, lascia che la voglia cresca mentre pensi all’uomo del vino, pensi a come ti leccava, al primo orgasmo che gli hai esploso in faccia mentre succhiava la clitoride gonfia e ti penetrava con le dita pressate sul punto G. Sì, ora lo vuoi, lo vorresti dentro ma continui a scivolare con le dita attorno.

Stai soffrendo? Lui ti aveva fatto morire per ore, prima di farti godere la prima di molte volte. Ti aveva portato allo stremo, ti aveva usata come un corpo teso, per il suo piacere. E questo ti aveva fatta morire di voglia: ascoltavi la sua voce raccontarti di come avresti dovuto scopare quella coppia, di come il giovane ti avrebbe aperta con la sua voglia dura: e niente, non iniziava a toccarti.

Eppure ora puoi, bagna ancora le dita nel poco vino rimasto, butta giù l’ultima sorsata, tutta d’un fiato. E con le dita umide di vino inizia a massaggiarti lenta, la clitoride ancora avvolta dalle tue labbra. Sfiorala piano, mentre so che il primo gemito e il primo sospiro abbandonano la tua bocca, come il tuo corpo si abbandona leggermente sul divano, la vestaglia si apre un po’ e io vorrei essere lì a guardarti.

Massaggiati lenta e allargati un poco le labbra, come se davvero l’uomo fosse lì ad ammirarti, come se ci fosse anche la coppia, come se i tre fossero spettatori muti della tua voglia che sta iniziando a crescere sempre più impetuosa. Fai scivolare un dito tra le tue labbra, fattelo avvolgere, senza cedere alla tentazione di penetrarti. Fallo scivolare lento, solo il polpastrello, dal perineo fino alla base della clitoride.

Dovresti essere umida, ora, o molto bagnata: ancora non so come sei. Ma scommetto che la voglia è tanta, sale, cresce, gioca al ritmo delle mie parole e delle tue fantasie.

Immagini come sia avere la ragazza a leccarti la clitoride e due uccelli tesi e duri per te, uno a sinistra e uno a destra: avessi lei a leccarti, ora, li prenderesti in mano, guardandoli e godendoti la scena, il tatto dell’erezione, l’acquolina in bocca per sentire quel gusto salato.

Mentre immagini di allungare la lingua per sfiorare il frenulo dell’uomo, e masturbare lentamente il ragazzo, mentre quasi senti la lingua di lei percorrere in circoletti dolci la clitoride, aprila, falla uscire, dura, tesa, sfiorala con pollice e indice, inizia a masturbarla piano, massaggiala, strofinala, lenta, alternando pressioni più profonde ad altre più leggere.

Sta salendo, il piacere, vero? Ti immagino lì e ti dico di far scivolare il dito lentamente verso il basso, sempre più bagnata, fallo scivolare ancora, e ancora, bagnalo per bene, lo voglio bagnato, completamente.

E portalo alla bocca, leccalo. Immagina siano gli uccelli duri che prendi in bocca a turno mentre lei è vicinissima al tuo viso e ti bacia, senti due cazzi e una bocca sul tuo viso, senti la voglia della sua figa sulla tua, i vostri umori si confondono.

Bagna per bene il dito con la sua saliva, e torna, giù, voglio che due dita ora ti penetrino, lì, sul tuo divano: se vuoi puoi restare completamente nuda, tranne i tacchi, tieni i tacchi.

Scivola dentro di te con le dita, muovile con il palmo della mano appoggiato alla clitoride, muovi la mano accelera e rallenta, senti la voglia salire, il piacere crescere, l’orgasmo iniziare ad affacciarsi, ma è presto, è ancora presto.

La tua fantasia riparte, stai succhiando l’uomo del vino, profondamente, mentre la coppia è di fianco a voi: il ragazzo non ha resistito al ritmo lento e incessante, e ha preso la sua donna: la sta fottendo a pecorina di fianco a te, di fianco a voi, e con le dita ti massaggia la figa fradicia e ne infila due dentro.

Ma anche tre, forse, potresti provare ad infilarle adesso, su quel divano, perché ti immagino eccitata e abbandonata, con la voglia di strofinare la clitoride, di fotterti la figa con le dita, o con altro.

Prendi fiato, rallenta ancora un po’. Pensa, per un attimo: preferisci le dita o un giocattolo? Non so chi sei, non ancora. Non so se hai giochi: se li vuoi, prendili, è il momento giusto.

Se hai preso qualcosa, rispondimi, nei commenti, mi piacerebbe saperlo.

Ti lascio libera, ora, fossimo nella stessa stanza non mi priverei del piacere di torturarti a lungo, ma qui, senza sentire umori, odori, sapori, suoni, beh… puoi ancora essere libera di toccarti come vuoi, di lasciarti andare, di infilare il tuo dildo, il vibratore, di spingere, o di massaggiarti con le dita o con l’hitachi la clitoride calda, bagnata, tesa come la immagino e come vorrei leccarla e massaggiarla poi con il glande.

Prima di entrarti dentro, profondamente e di colpo, e di iniziare a scoparti forte come stai immaginando fare a turno, all’uomo del vino e al ragazzo della coppia, con lei che lecca, massaggia, tocca, bacia, senti mani, cazzi, umori, odori, suori, senti tutto, addosso.

Coli, quasi mentre senti il piacere avvolgerti e la fantasia volare, scivolarti addosso come le dita o gli oggetti nella figa calda. Ora, con le dita bagnate, inizia a massaggiarti l’ano, lentamente, fai scivolare appena la prima falange, so che entra, sei così bagnata.

E la fantasia riparte, e senti l’uomo dietro di te, il ragazzo sotto, la donna davanti, e li senti entrare dentro, insieme, riempirti completamente, figa e culo, si muovono in sincrono entrando e uscendo, a colpi forti, ritmici, potenti.

E tu lì ora ti stai masturbando, forte, intensa, l’orgasmo vicino ad arrivare.
Immagino i tuoi tacchi che fanno da confine alle tue gambe spalancate per lo spettacolo del tuo piacere solitario, con mani o giochi, e il tuo ansima sempre più profondo che ti avvicina al piacere, che sento lì, sul confine, che sta per esplodere.

Fossi qui, ti fermerei. Fossi qui, giocherei con il tuo orgasmo, ancora.

Ma ti lascio immaginare la donna sotto di te, a leccarti, mentre sei in ginocchio e giochi con i loro uccelli, e li fai esplodere e mentre quasi senti lo sperma caldo invaderti il viso e le labbra, godi su quel divano solitario, mentre li senti quasi pulsare in bocca e senti la lingua di lei tormentarti e torturarti esplodi ancora e ancora e ancora, gridi sola, tremi quasi sotto i colpi di un piacere che non immaginavi arrivasse, questa sera, da sola, sul divano.

Lascialo scivolare, il piacere, lasciati avvolgere dalle parole, dagli odori, dai suoni, mentre ti senti ancora sporca di sborra, una sborra che dalla fantasia ora vuoi portare alla realtà, che l’orgasmo di questa sera, di queste parole, non hanno fatto altro che fartene volere altri, ed altri ancora.

Sei nel posto giusto, per proseguire, per iniziare.



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